Riflessologia facciale vietnamita: cos’è?

Feb 28, 2021

1. Che cos’è la riflessologia facciale vietnamita?

Quando parliamo di riflessologia facciale vietnamita ci riferiamo a una pratica stupefacente nata in Vietnam nel 1980 grazie al lavoro di Bui Qooc Chau e della sua équipe che si era interessata ai principi della riflessologia ma aveva deciso di applicarli al viso cercando di rilevare il legame fra i riflessi del viso e quelli del corpo. La scoperta a cui approdò fu molto interessante: come nella pianta del piede anche su orecchie, labbra e in generale su ogni parte del viso era possibile trovare un legame con ogni altra parte dell’organismo.

Il principio che garantì di arrivare a questa conclusione è il principio di corrispondenza: tutto in natura si corrisponde. La curvatura del naso, per esempio, è simile alla curvatura della colonna vertebrale. Bui Qooc Chau, approfittando di una visita con un suo paziente, decise di agire sul naso per curare il suo mal di schiena cronico. Massaggiando il naso scoprì che vi era un punto in cui il paziente provava dolore: lì pose un ago e il dolore scomparve istantaneamente.

A quel punto se il naso era corrispondente alla schiena, le narici, invece, dovevano essere corrispondenti alle natiche. Le gambe, ancora, dovevano essere rappresentate dai due lati delle narici, dalle pliche laterali, cioè, che partono dal naso e arrivano ai lati della bocca, mentre le sopracciglia corrispondevano a spalle e braccia. Proseguendo nel suo lavoro scoprì che esistono ventidue sistemi di proiezione del corpo sul livello facciale e scoprì più di cinquecento punti-riflesso.

2. Riflessologia facciale vietnamita e agopuntura: quali le differenze?

Abbiamo parlato di aghi e di uso di questi sulla faccia. In realtà la riflessologia facciale vietnamita presenta non poche differenze rispetto alla tecnica dell’agopuntura. L’approccio di base è, innanzitutto, diversa e anche la concezione del corpo umano che viene percepito in maniera completamente diversa fra le due tipologie di cura. In seguito a studi approfonditi che il fondatore della pratica fece, legandosi, in maniera particolare, alla corrispondenza degli elementi della natura e ai principi dello Yin e dello Yang, Bui Qooc Chau decise, infatti, di non servirsi di aghi e di altri supporti esterni ma di orientare la sua tecnica in modo tale che fosse soprattutto la sua pratica e la sua manualità a generare del benessere.

L’agopuntura, per esempio, conosce soltanto trenta punti di corrispondenza. Ma Bui Qooc Chau voleva andare oltre questi numeri, come fece. Dopo aver lasciato il Vietnam, aver approfondito le sue conoscenze del viso e capito che, l’agopuntura è una pratica spesso troppo dolorosa, comprese che bastava soltanto una penna a sfera per ottenere, con uno sforzo minimo, risultati soddisfacenti. Proprio così: la riflessologia facciale vietnamita si serve soltanto di una penna a sfera!

3. Principi di riflessologia facciale vietnamita: faccia e corpo

L’IChing sostiene che “chi si assomiglia, si accoppia”. Secondo la riflessologia facciale vietnamita cioè che ha la stessa forma si assomiglia e si corrisponde. Come il collo unisce il corpo alla testa, così il polso collega la mano all’avambraccio, la caviglia collega il piede alla gamba. Questi punti di collegamento fra più parti sono chiamati ““. Punti cô nel corpo ve ne sono tantissimi e tantissimi sono quelli che esistono nella faccia.

Ogni punto di collegamento fra varie parti del corpo o del viso, hanno la stessa natura, appunto la natura cô. Le conseguenze per il trattamento sono presto dette: se la cervicale, per esempio, si blocca, ed essa è predisposta all’unione di corpo e testa, si cura o stimolando quella parte, o curando un qualsiasi altro punto di unione, ad esempio, polsi e caviglie.

Questo fa comprendere come la riflessologia facciale vietnamita, anche se concentra, come vedremo, i suoi sforzi sulle corrispondenze del viso, basa tutta la sua pratica su un unione sistemica di tutte le parti del corpo, grazie alla quale i rimedi sono sempre più specifici e mirati. Quali le conseguenze dunque?

  • Prima conseguenza è il principio è quello di omogeneità: se nel corpo c’è un punto malato o una funzione rallentata, vi saranno delle manifestazioni al livello del viso. Saranno dei punti molli a rivelare uno scompenso nel corpo. Questi punti si possono trovare facilmente perché presentano una mancanza di compattezza e basterà soltanto toccare o guardare, addirittura, con attenzione il viso del ricevente. La quantità di questi punti-riflesso molli e il loro grado di morbidezza sono indice della gravità della malattia o dello squilibrio.
  • Secondo principio che ne deriva è il principio di simmetria: per la riflessologia facciale vietnamita le parti del corpo destro si trovano a desta del viso mentre quelle sinistre sulla zona sinistra della faccia. Unica eccezione è data dal fatto che vi sono dei punti situati sul davanti del viso che corrispondono anche al lato opposto, ossia che hanno un loro duplicato su entrambe le parti della faccia.
  • Terzo principio che ne deriva è il principio di interconnessione: tutto nell’universo, secondo l’Ching, è in un rapporto di interdipendenza. Stessa cosa nel corpo umano. Se avete una emicrania, dovreste verificare come stanno fegato o cistifellea. Il principio di interconnessione di punti, organi, funzioni, zone riflesse, parti del corpo regola tutta la riflessologia. La riflessologia facciale privilegia la situazione del viso in rapporto al resto del corpo. Non ci dimentichiamo, inoltre, che il viso è molto vicino al cervello ed è riccamente vascolarizzato e innervato. Il metodo è efficace proprio perché il massaggio sul viso trasmette subito al cervello un segnale che, immediatamente, genera la risposta della zona stimolata e, di conseguenza, risultati.
  • Si chiama principio dell’effetto contrario quello secondo cui se non si interviene stimolando con la giusta intensità, frequenza e durata il punto malato, allora non si avranno le risposte adeguate da parte dell’organismo. Spesso l’agopuntura, rispetto alla riflessologia facciale vietnamita, si dimostra insufficiente proprio perché ha una durata e dei canoni di applicazione standard, mentre invece la riflessologia adegua il proprio intervento in base alla malattia da curare. Allo stesso modo se si interviene in maniera eccessiva, troppo forte e per troppo tempo, si rischia di ottenere l’effetto opposto e veder peggiorare la situazione. La regola su cui si basa la riflessologia facciale, è semplice: la stimolazione deve essere leggera e rapida. Non appena quel punto smette di essere sensibile la stimolazione va interrotta. Le sedute di riflessologia facciale sono infatti brevi.
  • Ultimo principio è quello del principio dei punti non dolorosi. Questo rappresenta uno dei principi più importanti perché ha permesso di determinare con precisione le zone di corrispondenza dei punti del viso. Ampliando gli assunti alla base dell’agopuntura, secondo cui nella zona in cui c’è un punto doloroso c’è anche uno che non lo è, e grazie a una massiccia esperienza clinica di tutti gli esperti di riflessologia facciale vietnamita, che ha collegato le conoscenze di medicina, di riflessologia e di cibernetica applicata all’organismo, si è scoperto che questo assunto è vero.

4. L’effetto specchio: la base della riflessologia facciale vietnamita

La riflessologia facciale vietnamita si presenta, quindi, come la sinergia di molte discipline. Eclettica, figlia della civiltà vietnamita, spiritualista, sintetizza l’idea che l’essere umano è il microcosmo dell’Universo e ogni parte dell’organismo è, a sua volta, un cosmo ricco di punti nascosti, misteriosi ma profondamente legati a tutto.

Il viso raffigura tutto ciò che siamo, in particolare lo stato fisiologico, psicologico e soprattutto patologico dell’individuo. Da qui l’effetto specchio che è alla basa di tutta la riflessologia: è questo che stabilisce la corrispondenza viso-corpo. Grazie alla stimolazione del viso si otterrà il risveglio dell’energia che viene profusa in maniera sempre più corretta e funzionale per la vitalità naturale dell’organismo facendo sì che gli effetti benefici siano godibili e fruibili dall’interno, all’esterno, in modo evidente.

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